La tendinopatia achillea è una condizione da sovraccarico funzionale particolarmente temuta dai runner. Vediamo cosa comporta e come un atleta ha superato l’infortunio terminando un ultratrail di oltre 100 km.

Il tendine d’Achille è il più grande e forte tendine del corpo umano, e collega i muscoli del polpaccio (gastrocnemio e soleo) all’osso del tallone. Durante attività sportive intense, come la corsa, il tendine può subire uno stress eccessivo, portando a piccole lesioni che, se non trattate, possono peggiorare nel tempo. I sintomi includono dolore, gonfiore e difficoltà nel camminare o correre.

Come si tratta una tendinopatia achillea?

Il trattamento di una tendinopatia achillea richiede una combinazione di approcci terapeutici:

  1. Fisioterapia: l’obiettivo iniziale è ridurre il dolore e l’infiammazione
  2. Recupero funzionale: il focus è il rinforzo nella zona del tendine di Achille e della muscolatura della gamba in generale, così come dei muscoli stabilizzatori del piede e della caviglia, attraverso esercizi specifici di rinforzo e di equilibrio.
  3. Riatletizzazione: una volta ripristinate forza, stabilità ed equilibrio, si inseriscono esercizi per riprendere confidenza con il gesto della corsa per poi ricominciare, molto gradualmente, a correre.

Un caso di successo nell’Ultratrail

Luca Dalmasso, appassionato di corsa in montagna, si è trovato di fronte a una sfida monumentale quando ha subito una parziale lesione al tendine di Achille, probabile “residuo” dal Tor des Géants. “Da anni sto inseguendo il sogno di partecipare alla più famosa Cento Miglia di Endurance Run americana, in California: per tentare il sorteggio occorre fare una prova qualificante, che quest’anno, causa infortunio, non ero riuscito a fare. L’UTLO (100 km e 5000 metri di dislivello) era l’ultima possibilità che avevo per il 2023. Volevo però essere certo di non fare danni, e soprattutto migliorare ancora il quadro clinico. Mi sono quindi rivolto a ReAction®”.

Il suo percorso riabilitativo è iniziato con alcune sedute fisioterapiche per poi passare ad esercizi volti a rinforzare i muscoli del polpaccio e a migliorare la stabilità del tendine.

“Ero consapevole che sarebbe stato difficile portare a termine la gara. Ho gestito molto bene la prima parte; nella seconda mi aspettavo crisi, fatica, voglia di mollare. Invece andavo regolare in salita, correvo quando il sentiero spianava, e in discesa non ho mai forzato. Correndo mi sono stupito più volte nel rendermi conto che la proiezione finale era di poco sopra le 15 ore (io puntavo a 18!). Ho quindi concluso col sorriso per il tempo finale, ma soprattutto per la gestione della gara, per quanto mi sono divertito, e per le belle sensazioni!”


Una tendinopatia achillea può essere una sfida significativa per un atleta, ma con il giusto approccio terapeutico e un percorso di recupero funzionale strutturato, è possibile tornare alle prestazioni sportive desiderate.

Grazie a Luca Dalmasso per essersi affidato a noi, e complimenti per il risultato ottenuto!