L’iponatriemia da esercizio fisico si riscontra soprattutto quando le temperature sono molto elevate, in atleti di endurance e ultraendurance. Vertigini, nausea, vomito sono sintomi da non sottovalutare. Di cosa si tratta e come si previene?

Se uno stato di disidratazione può essere svantaggioso ai fini della prestazione sportiva, un’assunzione eccessiva di acqua può causare problemi decisamente più gravi: parliamo di iponatriemia da esercizio fisico (Exercise-Associated Hyponatremia, EAH), un’intossicazione da acqua che può comportare seri pericoli per la salute.

Iponatriemia: cos’è?

Si parla di iponatriemia quando la concentrazione di sodio nel sangue scende al di sotto del range di normalità (<135 mmol/L). Può insorgere durante o nelle 24h successive all’attività sportiva prolungata e intensa, praticata in situazioni ambientali estreme. Temperature molto elevate e alti tassi di umidità causano infatti un’intensa sudorazione e portano ad assumere grandi quantità di acqua. 

Casi di iponatriemia si verificano perlopiù nelle discipline di endurance (0,1-4%), come le granfondo e le maratone, e ultraendurance, come l’Ironman e le ultramaratone (9% di cui il 27% necessita di cure mediche specifiche)* a partire dalle 4 ore di durata.

ultraendurance
E’ inoltre documentata una maggior predisposizione del sesso femminile.

Cosa accade a bere troppa acqua?

Un introito smodato di acqua o di bevande ipotoniche diluisce la concentrazione di elettroliti, tra cui il sodio (Na+), nel sangue. Se la concentrazione di sodio ematico scende al di sotto dei livelli di normalità, si verifica uno squilibrio idroelettrolitico, con riduzione del volume del sangue e del liquido interstiziale (l’acqua presente tra le cellule di un tessuto). Il sodio svolge poi un ruolo chiave negli scambi cellulari, nella contrazione muscolare e nella trasmissione degli impulsi nervosi: una condizione di iponatriemia può sconvolgere tutte queste funzioni ed essere addirittura fatale per l’organismo quando non riconosciuta e trattata.

Quali sono i sintomi in caso di iponatriemia?

I sintomi dipendono dalla gravità della carenza di sodio. La maggior parte degli atleti che sviluppano iponatriemia sono asintomatici o presentano sintomi lievi caratterizzati da crampi muscolari, gonfiori, vertigini, mal di testa, sonnolenza, nausea. Secondo Hew et al., il sintomo più comune nei maratoneti è il vomito. Le forme più gravi si presentano di rado e sono contraddistinte da alterazioni dello stato di coscienza (confusione, delirio…), collasso, convulsioni, edema cerebrale e morte.
Per la gravità delle conseguenze, gli atleti che presentano questi sintomi devono essere sottoposti a screening per EAH con dosaggio di natriemia.

iponatriemia
Secondo uno studio che ha coinvolto più di 18.000 atleti partecipanti a gare di ultraendurance, il 9% degli atleti colpiti da collasso cardiocircolatorio, al termine della gara o in fase di recupero, presentava iponatriemia; il più delle volte causata dall’introito di liquidi a basso contenuto di cloruro di sodio.

Come si previene l’iponatriemia?

  1. Pianifica una strategia di integrazione e idratazione, prima durante e dopo la gara, considerando che ciascun individuo ha un fabbisogno idrico differente.
  2. Integra sali minerali: utilizza bevande isotoniche per lo sport che contengano sodio e altri sali per compensare le perdite durante l’attività fisica prolungata. Sorseggia ogni 10-15 minuti per mantenerti idratato e anticipare la sete.
  3. Monitora i sintomi: se durante l’esercizio fisico prolungato sperimenti nausea, mal di testa o confusione, interrompi l’attività e cerca assistenza medica.
  4. Astieniti nelle ultime 24 ore dal consumo di bevande alcoliche che tendono a provocare la perdita di acqua e di minerali.
  5. Non eliminare il sale dalla dieta: nonostante sia da limitare l’assunzione di cibi eccessivamente salati, l’esclusione completa del sale dagli alimenti è da evitare, così come le acque “povere di sodio”: il rischio è di diluire ulteriormente il sodio ematico già compromesso dalla sudorazione profusa.

Quanto bere durante l’attività?

Per conoscere il tuo fabbisogno idrico in gara, in condizioni ambientali estreme, utilizza una sessione di allenamento a parità di condizioni climatiche e ambientali.

Pesati prima e dopo l’attività. Al peso di partenza sottrai il peso di arrivo; somma la quantità di liquidi assunta e dividi per le ore di attività. Moltiplica il risultato per ogni ora di gara.

Ottieni così, con buona approssimazione, la tua quantità ideale di reidratazione.

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Bibliografia:

*C. Urso, S. Brucculeri, G. Caimi, Iponatriemia e esercizio fisico, Clin Ter 2012; 163 (5):e349-356

Hew-Butler T, Rosner MH, Fowkes-Godek S, et al., Statement of the 3rd International Exercise-Associated Hyponatremia Consensus Development Conference, Carlsbad, California, 2015, Br J Sports Med 2015;49:1432-1446.

Whatmough S, Mears S, Kipps C., Exercise associated Hyponatremia (EAH) and fluid intake during the 2016 London marathon, Br J Sports Med 2017;51:409

Noakes TD, Norman RJ, Buck RH, et al. The incidence of hyponatremia during prolonged ultraendurance exercise. Med Sci Sports Exerc 1990; 22:165-70 8.

Speedy DB, Faris JG, Hamlin M, et al. Hyponatremia and weight changes in an ultradistance triathlon. Clin J Sport Med 1997; 7:180-4