Il test del salto verticale, con l’ausilio di un sensore inerziale, permette di valutare le caratteristiche neuromuscolari dell’atleta. Viene utilizzato come valutazione nella prevenzione degli infortuni ma anche per ottimizzare la prestazione nelle discipline che richiedono movimenti esplosivi ad alta velocità.
Basti pensare ai salti o agli spostamenti rapidi nelle varie direzioni (come accade nella pallavolo, nel basket, nel calcio, nel tennis e nello sci).
Basket, Volley e… infortuni
Negli ultimi anni si sta diffondendo una sempre maggior attenzione alla postura, allo studio del movimento e alla funzionalità muscolare proprio al fine di ridurre drasticamente gli infortuni.
Prendiamo ad esempio il basket e il volley, in quanto caratterizzati da un’alta frequenza di gesti tecnici sopra il capo e dalla predominanza di un arto rispetto all’altro.
I principali infortuni si possono quindi classificare in:
- sindromi dolorose della spalla (tra cui lesioni da sovraccarico come impingement subacromiale, lesioni della cuffia dei rotatori, instabilità di spalla)
- patologie alla colonna vertebrale (in particolare del tratto lombosacrale)
- patologie acute del ginocchio o da sovraccarico funzionale (tendinopatia rotulea)
- capsulo-legamentosi alla caviglia.
Com’è possibile dunque prevenire il rischio di infortuni, senza mettere a rischio la stagione agonistica?
Screening preventivo
Uno screening posturale e funzionale presso uno studio fisioterapico rappresenta il primo step in un piano di prevenzione efficace. Lo scopo è indagare possibili vizi posturali, individuare asimmetrie, deficit o disequilibri muscolari da correggere.
Una debolezza del core, ad esempio, può causare problematiche alla spalla e alla colonna vertebrale; così come una ridotta flessibilità del quadricipite e degli hamstring (ischiocrurali) può favorire l’insorgenza della tendinopatia rotulea e determinare un cattivo atterraggio dai salti*.
A questo screening iniziale occorre poi implementare altri test che valutino in modo specifico le caratteristiche neuromuscolari dell’atleta.
Test del salto verticale
Il test del salto verticale con sensore inerziale è uno dei test più accurati nella valutazione dell’espressione esplosivo-elastica degli arti inferiori. Per questo motivo viene utilizzato abitualmente nei laboratori di biomeccanica durante i test fisici di giocatori di basket, pallavolo, tennis, calcio e sci.
- CMJ (counter movement jump) – Salto con contro movimento
L’atleta dalla posizione eretta esegue un ciclo di stiramento-accorciamento veloce piegando le ginocchia all’incirca a 90°; estendendo rapidamente gli arti inferiori con mani ai fianchi, si cerca di raggiungere il maggior tempo di volo possibile.
Il ciclo stiramento-accorciamento nel CMJ permette al muscolo di creare più energia contrattile aumentando l’altezza di salto.
- RCMJ (repetead counter movement jump) – Salto con contro movimento ripetuto
Consiste nella ripetizione di salti con contro movimento e permette di valutare la resistenza alla fatica (endurance).
- SQUAT JUMP
Consiste nell’esecuzione di un salto verticale alla massima intensità con partenza dalla posizione di mezzo squat. L’assenza di contro movimento verso il basso elimina di fatto la componente elastica, permettendo di valutare la forza rapida, la capacità del sistema neuromuscolare di superare la resistenza con un’elevata capacità di contrazione.
Dal confronto dei dati relativi alle diverse tipologie di salto è possibile quindi ricavare diversi parametri tra cui:
-
- Altezza di salto
- Tempo di volo
- Tempo di contatto
- Indice di reattività (stiffness)
- Forza allo stacco
- Indice di impatto
- Endurance
In conclusione
I dati ricavati dal sensore inerziale (che rileva accelerazioni e velocità angolari) ci consentono una profilazione completa dell’atleta. Questo test indaga principalmente la potenza esplosiva degli arti inferiori, l’altezza di salto, vari tipi di forza ma anche la coordinazione, l’elasticità muscolare e la resistenza.
Il nostro consiglio è quello di eseguire il test di salto verticale
– all’inizio della stagione agonistica, per orientare la programmazione dell’allenamento
– nel ritorno in campo post infortunio, come valutazione strumentale che completa qualitativamente il trattamento riabilitativo.
* Sport & Medicina. Luglio-Settembre 2017. Pallavolo: screening funzionale preventivo.