La fibromialgia (FM) è una forma di dolore muscolo-scheletrico diffuso e di affaticamento cronico che interessa principalmente i muscoli e le loro inserzioni sulle ossa. Oltre al dolore e all’affaticabilità (astenia) è caratterizzata da disturbi cognitivi  come smemoratezza, confusione, difficoltà di concentrazione; disturbi psicologici, disturbi del sonno, ipersensibilità in punti localizzati… In alcuni casi con effetti fisici simili al disturbo depressivo.

La diagnosi

Viene anche definita “sindrome fibromialgica” e, nonostante assomigli a patologie articolari come artrite o artrosi, non va confusa con esse poiché non induce deformità ossea. Pur essendo cronica e debilitante non è una patologia degenerativa, tuttavia può durare anni ed è praticamente impossibile, ad oggi, formulare una prognosi accurata.

Una buona gestione, anche dal punto di vista medico, è compromessa inoltre dalla poca risonanza internazionale di questa sindrome. Tutt’ora non rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza del Sistema Sanitario Italiano, motivo per cui, spesso, le diagnosi sono errate o tardive, con conseguente difficoltà nell’impostazione di un adeguato programma riabilitativo.

Si deduce che il problema fondamentale della fibromialgia è la sua diagnosi: attualmente, infatti, non esistono esami di laboratorio e/o strumentali che confermino categoricamente la diagnosi di fibromialgia. La diagnosi è quindi clinica, ossia basata sull’individuazione dei sintomi e l’esclusione di altre patologie che potrebbero determinare le manifestazioni cliniche presentate.

Con le prime versioni del 1990 e del 2010 e la successiva revisione del 2016, l’American College of Rheumatology (ACR) ha sviluppato la scala Fibromyalgia Severity (FS): questa scala, a disposizione di medici e fisioterapisti, raggruppa tutti i criteri diagnostici necessari per identificare e classificare correttamente la presenza di FM. In particolare, si concentra sulla valutazione del dolore cronico generalizzato (nei vari distretti corporei) e sulla severità dei sintomi associati, che possono aggravare l’impatto della sindrome sulla persona (fatigue, alterazioni del sonno, disturbi cognitivi).

Chi colpisce?

A causa dell’ampia variabilità che la contraddistingue è complicato valutare con precisione la diffusione di questo disturbo. Il 2-4% della popolazione mondiale soddisfa i criteri diagnostici ma si stima che il numero sia molto più alto (in Italia circa 1,5-2 milioni di persone). Tendenzialmente colpisce di più il sesso femminile con un rapporto di 3:1 rispetto al sesso maschile.

In oltre il 50% dei casi, la fibromialgia può avere un forte impatto sulla qualità di vita della persona colpita e il più delle volte ha conseguenze finanziarie significative sia dal punto di vista dei costi sostenuti alla ricerca di una cura medica, sia delle giornate di lavoro perse a causa dei sintomi.

Quali possono essere le cause?

Le cause e le origini della fibromialgia non sono ancora state completamente identificate e chiarite. Esistono fattori di rischio che sembrano avere un ruolo significativo nello sviluppo della sindrome:

  • Disfunzioni del Sistema Nervoso Centrale (come la sensibilizzazione centrale)
  • Disfunzioni ormonali
  • Disturbi del sonno (spesso riconosciuti dal paziente come un sintomo)
  • Ansia e stress (peggiorano i sintomi)
  • Altri fattori: predisposizione genetica, alterazioni del sistema immunitario, fattori esterni.

Quali sono i sintomi?

Anche da questo punto di vista la variabilità della sindrome, sia nella tipologia e nella gravità dei sintomi sia nell’evoluzione fluttuante di questi ultimi, complica l’inquadramento delle manifestazioni cliniche che caratterizzano il disturbo. I sintomi più frequenti sono:

  • Dolore: il sintomo principale è il dolore cronico diffuso nella maggior parte delle regioni corporee (compreso il mal di testa); le caratteristiche tipiche sono allodinia (dolore riferito a stimoli normalmente innocui), iperalgesia (dolore percepito più intensamente), dolorabilità alla palpazione di punti specifici (definiti trigger o tender points).
  • Fatigue: stanchezza fisica, cognitiva ed emotiva che altera la produttività e la qualità di vita; la persona si sente esausta anche dopo il risveglio o in seguito a sforzi minimi.
  • Alterazioni del sonno: difficoltà a prender sonno e risvegli notturni, giocano un ruolo importante nello sviluppo di fatigue e punti dolorosi.
  • Alterazioni cognitive: confusione, smemoratezza e difficoltà di concentrazione condizionate da mal di testa, dolore, disturbi del sonno e affaticamento cognitivo.
  • Altre manifestazioni associate: rigidità (associata al dolore muscolare), disturbi psicologici (stato di ansia, depressione), formicolio (a mani e piedi), ipotensione e capogiro, irregolarità intestinali e respiratorie, dismenorrea, alterazioni della sessualità.

Come si combatte la fibromialgia?

Una moltitudine di gruppi e studi di ricerca hanno provato ad analizzare la fibromialgia con l’obiettivo di individuare una terapia farmacologica, purtroppo con scarso successo – soprattutto nel lungo termine.

È confermata la necessità di un approccio multidisciplinare biopsicosociale (che attribuisca il risultato della malattia a fattori biologici, psicologici e sociali) con l’obiettivo di giungere ad una diagnosi tempestiva, per aumentare la consapevolezza della persona sulla sua condizione e organizzare piani terapeutici e riabilitativi adeguati.

La comunità scientifica internazionale è d’accordo nel prediligere come primo approccio alla FM l’esercizio fisico rispetto all’intervento farmacologico.

Un appropriato programma di esercizio fisico, personalizzato in base alle caratteristiche della persona, è il trattamento più efficace nella gestione periodica di sintomi e manifestazioni cliniche. Nel dettaglio, un protocollo di attività fisica che comprenda esercizio aerobico e di resistenza, rinforzo muscolare e stretching, fornisce i migliori risultati in termini di riduzione del dolore e della fatigue; inoltre incrementa gradualmente le performance fisiche con un conseguente miglioramento della qualità della vita.

 

a cura del dott. Matteo Smiglio,

fisioterapista presso ReAction® [Saluzzo].

 

*Queiroz L.P. Worldwide epidemiology of fibromyalgia. Curr. Pani headache Rep. 17, 356(2013) Macfarlane G.J.

Bibliografia:

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