Esiste un modo – lecito – per riuscire a pedalare più forte. “Without even breaking a sweat”. Senza nemmeno sudare. Sembrerebbe fantascienza se non fosse Joe Friel a dirlo, massimo esperto di endurance nonchè preparatore atletico statunitense tra i più conosciuti e stimati a livello internazionale. Che di ciclismo ne sa qualcosa.
“The starting point every season for every cyclist”.
Ogni stagione agonistica dovrebbe partire dall’analisi del posizionamento in sella. Vi è mai successo di non ritrovare più quella sensazione di feeling o comfort pur in sella alla stessa bicicletta?
Questo avviene perchè le regolazioni sono soggette a variabili che hanno un impatto significativo sui parametri biomeccanici.
Variabili fisiche (come elasticità, forza e massa etc.), meccaniche (telai, accessori, geometrie etc.) ma non solo: anche obiettivi e volumi di allenamento concorrono nel loro insieme a determinare quella sensazione di pedalata efficace e fluida. E attenzione: più ore si pedalano più è alto il rischio che qualsiasi asimmetria o disallineamento sfoci in patologia da sovraccarico.
ARTE O SCIENZA DEL BIKE FITTING?
In un caso o nell’altro, si tratta di una valutazione molto complessa che ricerca la giusta armonia tra comfort, prestazione e prevenzione dell’infortunio. Un gioco di equilibri che – oltre ad aumentare il piacere della pedalata – migliora la potenza espressa sui pedali, l’efficienza aerobica, l’aerodinamica ma soprattutto garantisce una posizione sostenibile in base alla disciplina scelta (ciascuna specialità richiede un setup differente).
L’insieme dei fattori che determinano il “posizionamento ideale” costituiscono un range di variabilità, o meglio, di “adattabilità” in cui il biomeccanico opera esprimendo le proprie competenze in ambito di anatomia, fisiologia, meccanica e biomeccanica; ma soprattutto mettendo in atto tutte le conoscenze acquisite in anni di pratica sul campo. Per questo è bene accertarsi che il professionista cui vi rivolgete sia in possesso di una laurea in Scienze Motorie o Fisioterapia, oltre che buon praticante della disciplina: è suo compito essere costantemente aggiornato e preparato per saper orientare e talvolta adattare gli acquisti alle esigenze fisiche e funzionali dell’atleta.
PIU’ WATT: NON SOLO FORZA E RESISTENZA
Allenare forza e resistenza senza curare il gesto atletico può vanificare le nostre fatiche: si rischia di disperdere una notevole quantità di energia, che si traduce con maggior fatica. Alcuni miglioramenti significativi si manifestano semplicemente rendendo il gesto specifico più efficace e più efficiente, in grado di migliorare la performance in maniera immediata a fronte di un minor dispendio energetico.
REACTION BIKE FIT
E’ il protocollo elaborato presso il nostro Human Lab per l’analisi del movimento in ambito clinico e sportivo. Prevede l’analisi della pedalata preferibilmente in sella al proprio mezzo per valutare tutte le effettive possibilità di regolazione, con simulazione di salita per rendere il movimento più affine al suo utilizzo reale. Spesso il posizionamento eseguito su ciclosimulatori sviluppa un gesto atletico corretto ma squilibrato e difficilmente adattabile una volta riportato al proprio mezzo.
Performance bike fit: per massimizzare il rendimento del gesto atletico, diminuire le resistenze aerodinamiche, orientare la scelta di nuovi telai e accessori.
Clinical bike fit: per risolvere problemi di natura traumatologica, in caso di schemi posturali alterati, per prevenire l’insorgenza di turbe biomeccaniche ed evitare sovraccarichi muscolo-scheletrici e articolari. Integra la misurazione dell’attività muscolare tramite elettromiografi di superficie.
CASE REPORT
Un atleta granfondista Master, 8000 km l’anno circa, si presenta presso il nostro centro con un assetto che rispecchia in generale gli standard canonici, quindi non particolarmente ostico a prima vista. Il soggetto soffre di lombalgia che si acutizza in bicicletta.
Da una prima valutazione chinesiologica si riscontrano:
- rigidità generale particolarmente accentuata sulla catena cinetica posteriore che rende l’attività ciclistica e l’utilizzo di un telaio dalle geometrie “aero” particolarmente insidiosi;
- rigidità di anche e caviglie in flessione;
- extrarotazione del bacino a sx.
Il gesto atletico viene scansionato e riprodotto in 3D grazie ad un sistema optoelettronico che acquisisce con precisione angoli, traiettorie e accelerazioni. Il protocollo evidenzia un differenziale significativo tra arto dx e sx, con bacino ruotato e inclinato compatibile con le rigidità riscontrate. Si procede con 4 interventi di regolazione, sempre seguiti dall’analisi cinematica in 3D.
Le regolazioni effettuate (entro i margini di tolleranza funzionali alle caratteristiche fisiche dell’atleta) di altezza e arretramento sella, della tacchetta e del dislivello sella-manubrio portano ad un ri-allineamento delle traiettorie, una maggior ampiezza di movimento dell’anca e della caviglia, una riduzione della torso inclinazione del bacino e minor tensione e sovraccarico per tutta la muscolatura lombare.
L’atleta riferisce minor accumulo di fatica, e una riduzione drastica di episodi di lombalgia.
Traiettoria dei trocanteri: situazione iniziale e situazione in seguito a visita biomeccanica
Traiettoria ginocchio: situazione iniziale e situazione post analisi biomeccanica
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Bibliografia:
Friel, Joe. The Cyclist’s Training Bible. 4th edition. Boulder, CO: VeloPress Books, 2009.